domenica 1 febbraio 2009

CENTRALI ELETTRICHE AD OLIO VEGETALE

Nell'ambito della produzione di energia da fonte rinnovabile, un futuro promettente è destinato per la biomassa. Viste le importanti novità introdotte dal decreto collegato alla Finanziaria 2008, sono essenzialmente due le tipologie di centrali a biomassa: ad olio vegetale ed a biodigestione anaerobica. Si tratta di due tecnologie profondamente diverse, da instaurare in ambiti diversi, con rese differenti. Orientativamente, la biodigestione anaerobica è applicabile in contesto prettamente agricolo, assicura la filiera corta, e permette potenze installate che partono dai 300kWelettrici fino ai 2-3MWelettrici. Essa presuppone la disponibilità di biomassa organica in quantità (bietole, insilato di mais), e di deiezioni animali di scarto. Il costo di tali centrali è, a titolo orientativo, di circa 1,5M€ per ogni MWelettrico installato. Il tempo di ritorno semplice (pay-back semplice) dell’investimento è di circa 3-4 anni. Di altro genere sono i processi che si instaurano nelle centrali a biomassa ad olio vegetale, e quindi contesto completamente diverso sono necessarie per tali impianti. Si tratta di centrali di sapore squisitamente industriale, da installare a corredo di una attività artigianale-industriale, oppure in contesto assolutamente indipendente e isolato. La potenza elettrica producibile è molto ampia (da 315kWe fino a 50MW). Il costo è, orientativamente, circa 1,7M€ a MWelettrico installato, ed il tempo di ritorno semplice dell’investimento si aggira sui 4-5 anni (che diventano 2-3 anni se il caldo cogenerato è utilizzato completamente).


Le centrali ad olio vegetale [modifica]
I grandi investitori mondiali prevedono che il mondo dei biocarburanti sia uno dei settori strategici del prossimo futuro. In Italia la congiuntura istituzionale non premia particolarmente i biocarburanti per autotrazione, mentre comincia a assicurare ampi margini di redditività per l’utilizzo dei biocarburanti per la produzione di energia elettrica e calore. La biomassa vegetale per eccellenza, che assicura importanti rendimenti di produzione, è senza dubbio l’olio vegetale, e, grazie al meccanismo dei Certificati Verdi (CV), le centrali a biomassa vegetale, in particolare ad olio vegetale, sono eccezionalmente redditizie.


Elementi base delle centrali ad olio vegetale [modifica]
Gli elementi base che costituiscono le centrali ad olio vegetale sono essenzialmente i seguenti: - serbatoi di stoccaggio (la loro presenza e capacità è opzionale e dipende dall’autonomia di gestione richiesta); - serbatoio giornaliero per il contenimento del carburante di consumo giornaliero; - impianto di pretrattamento dell’olio; - motore con alternatore: trattasi di motore ad altissima affidabilità, di origine navale, che gira a 750-1000 giri/minuto, quindi di tipo lento; - accessori per il recupero del calore, se richiesti; - impianto elettrico di elevazione della tensione e di connessione alla rete di distribuzione.


Logistica
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Dal punto di vista logistico le centrali ad olio vegetale sono molto compatte; la superficie necessaria dipende molto dalla potenza elettrica installata. Orientativamente, una centrale da 1MWelettrico occupa una fabbricato di 500mq.


Convenienza economica [modifica]
Il pay-back time semplice delle centrali ad olio vegetale, pur in assenza di assetto cogenerativo, vale a dire senza considerare la potenza termica prodotta (che verrebbe dissipato), è di circa 5-6 anni, ipotizzando un costo del carburante di circa 650€/tonnellata e scende di 2 anni in caso di vendita della potenza termica prodotta.


Nuove frontiere
La Tae snc con particolare propensione alla sperimentazione ed all'innovazione propone e realizza centrali ad olio vegetale che hanno dei plus in ambito nazionale ed europeo, che gli addetti ai lavori sicuramente apprezzeranno. Tali plus sono riassunti nel seguito: - produzione elettrica garantita per 360 giorni l'anno (anche durante i fermi per manutenzione), funzionamento a prescindere dal tipo di olio vegetale in ingresso, cioè non necessitano di olio raffinato (quindi degommato e deacidificato): funzionano ad olio grezzo; - assicurano un rendimento elettrico molto elevato (si raggiunge il 42% di rendimento elettrico); - non necessitano di impianto di abbattimento degli ossidi di azoto (impianto denox ad urea) ed emettono fumi a bassissimo tenore di NOx, di CO2 e di polveri (ben al di sotto dei limiti imposti dalle normative vigenti). In tali innovative centrali, il pretrattamento dell'olio gioca un ruolo fondamentale. Esso non consiste in una raffinazione dell’olio (ad oggi, peraltro, non consentita), ma consta di due processi simultanei: un cracking (le molecole “grosse” dell’olio grezzo vengono spezzate) ed una miscelazione con acqua fatta in maniera da attribuire stabilità alla nuova molecola, più piccola. La nuova miscela viene spinta nel motore con risultato di ottenere una combustione migliore, quindi un rendimento elevato del motore, ma soprattutto un ridottissimo tenore di NOx nei gas di scarico (il tenore è al di sotto della fatidica soglia dei 250mg/nMc). Anche il tenore di CO2 e di polveri rimane ben al di sotto della soglia consentita. Il secondo elemento vincente di tali centrali innovative consiste nel motore. Si tratta di un motore interamente in ghisa, di estrazione navale, ad altissima affidabilità, che non teme oli con elevati tassi di acidità e con alte presenze di fosfolipidi..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve mi chiedevo se i vostri cogeneratori riescono a funzionare ad olio vegetale esausto, occupandomi attualmente della raccolta.

Tae snc Ragnatela e Vorraro ha detto...

Gli impianti Tae possono andare con qualsiasi tipo di olo vegetale con qualsiasi valore di FFA e di solidi sospesi.